Fabbrica del Vapore. Fino ad aprile “How dare you?/Come ti permetti?”, primo progetto di residenze con protagoniste le artiste ucraine
Fabbrica del Vapore. Fino ad aprile “How dare you?/Come ti permetti?”, primo progetto di residenze con protagoniste le artiste ucraine
Il progetto, sostenuto da Veralab, culminerà in una mostra in aprile durante la prossima ArtWeek
Milano, 2 novembre 2022 – Negli spazi di Fabbrica del Vapore ha preso il via “How dare you?/Come ti permetti?”, il primo progetto di residenze d’artista che vede fino ad aprile 2023 la partecipazione di due giovani artiste ucraine, Alina Kleytman e Katya Kopeikina, e di altre figure della scena ucraina, affiancate dal curatore Sergey Kantsedal.
Il progetto, promosso dal Comune di Milano e sostenuto da Veralab, azienda che da sempre sostiene le donne e l’arte, nasce dalla volontà di offrire un supporto alle artiste colpite dalla guerra in Ucraina attraverso la creazione di un contesto lavorativo e produttivo che permetta loro di superare il trauma della guerra e le sue conseguenze: la partecipazione al conflitto militare, l’immigrazione forzata, l’interruzione di connessioni familiari e di amicizie.
Fino al prossimo aprile, le artiste saranno ospitate in Fabbrica del Vapore e lavoreranno negli spazi dedicati sia alla produzione sia alla presentazione delle opere. La loro ricerca è centrata sul tema titolo del progetto “How dare you?/Come ti permetti?”, proposto dalle artiste stesse con riferimento alla crisi sociale, politica e militare che sta attraversando l’Ucraina.
“Nel mondo contemporaneo segnato da crisi geopolitiche, ambientali ed economico-sociali, ‘Come ti permetti?’ è un interrogativo che impone, più che un’impossibile risposta, una profonda riflessione in ognuno di noi – ha affermato l’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi –. In particolare, le artiste ucraine ospitate in residenza alla Fabbrica del Vapore, dopo aver visto franare il proprio mondo, la rete di relazioni, il lavoro e la pace, hanno un’esigenza ancora più forte nel porsi questa domanda. Negli spazi di Fabbrica, grazie anche alla sensibilità e al fondamentale sostegno di Veralab, questa ricerca può essere svolta in spazi protetti e può fornire anche a noi riflessioni e risposte, mediate da linguaggi diversi e da contaminazioni con il mondo dell’arte contemporanea milanese e internazionale”.
La ricerca delle artiste in residenza si muove attraverso diversi linguaggi espressivi: dalla pittura all’arte digitale, dal video alla musica, dalle pratiche sartoriali alla performance. Il loro lavoro è coordinato dal curatore Sergey Kantsedal, di origine ucraina ma in Italia dal 2015, che ha un ruolo centrale nell’organizzazione e nella gestione della residenza supportato da Antonella Prasse, in stretto contatto con la direzione e lo staff di Fabbrica del Vapore.
Gli studi aperti all’interno di Fabbrica, nei quali le artiste lavorano, hanno l'obiettivo di contribuire alla creazione di ulteriori luoghi di scambio con il contesto artistico della città e alla costruzione di relazioni con altri artisti. A questo scopo la residenza d’artista alla Fabbrica del Vapore si è aperta a numerosi ospiti che hanno arricchito l’esperienza con la propria presenza.
La prima artista ucraina rimasta invitata in residenza è stata Alyona Ivanova, artista multidisciplinare e performer basata a Lviv. Dopo di lei, ad attivare una collaborazione con le artiste presenti in pianta stabile all’interno della residenza, Daria Veshtak, artista e musicista di base a Kyiv. A pernottare e condividere la vita in Fabbrica, altri artisti della scena contemporanea ucraina.
L’esperienza individuale e collettiva maturata dai partecipanti prenderà forma in una serie di restituzioni che avverranno in maniera informale presso gli spazi messi a disposizione da parte del Comune di Milano. La formalizzazione di queste mostre ed eventi dipenderà dalle dinamiche relazionali e produttive che si innescheranno tra i partecipanti durante il percorso, a partire da un processo aperto alle realtà già presenti in Fabbrica del Vapore, per ampliarsi con l’ospitalità di artisti e artiste internazionali.
Il primo evento - previsto per il 2 novembre - dal titolo ‘Nail of Destiny’ è un open-studio che include la presentazione di lavori realizzati fino ad ora in residenza all’interno di uno degli studi d’artista messi a disposizione da parte di Fabbrica. Il format è aperto al pubblico con l’obiettivo di svelare il dietro le quinte di un processo creativo ma anche restituire in forma di opere l’esperienza della residenza avuta fino ad ora.
“In questa prima parte del progetto le artiste hanno voluto riflettere sul ruolo che hanno le pratiche di beauty care, in particolare quella della manicure e della ricostruzione delle unghie, intese come forma di rafforzamento dell’identità personale e dell’io – ha affermato il curatore Sergey Kantsedal –. Questo è servito a sollevare una riflessione sulla labilità delle descrizioni di cosa sia un bene necessario (primario) e cosa non lo è, ed è quindi di lusso. Quello che si sono chieste le artiste è: quanto è etico dedicarsi alla cura del proprio corpo in un momento in cui ci sono delle priorità esistenziali più imminenti?”.
A conclusione dell'intero percorso di residenza è prevista una grande mostra collettiva presso Cisterne della Fabbrica del Vapore, che avrà luogo dal 16 marzo al 16 aprile chiudendo idealmente tutto il progetto nei giorni di Milano ArtWeek, con una restituzione alla comunità internazionale che si dà convegno a Milano in questi giorni.
Il progetto sarà fruibile anche attraverso la pagina Instagram dedicata, che si articolerà su diversi livelli: come forma di documentazione dell'esperienza quotidiana della residenza e come strumento di comunicazione costruito con una logica di auto-gestione e auto-archiviazione dell'esperienza e dei progetti della residenza.
Alina Kleytman (1991, Kharkiv) è un’artista che lavora con scultura, video e installazione. Nella propria pratica ricostruisce spesso traumi infantili esplorando le relazioni all'interno della famiglia e dunque anche della società. Dall’inizio dell’invasione russa, l’artista ha partecipato a numerose mostre, eventi e proiezioni finalizzati al sostegno della comunità ucraina. Nel 2019-2020 Kleytman è stata tutor del progetto Coming Out di IZOLYATSIA, incentrato sulle tematiche della discriminazione, della xenofobia e del pregiudizio nei confronti dei membri della comunità LGBT+ in Ucraina. Dal 2020 è co-curatrice di artist run space Dzherelo (insieme a Dana Kosmina e Nikita Kadan). Sempre in collaborazione con Dana Kosmina e Bassiani Club di Tbilisi, l’artista ha curato lo spettacolo Extraordinary Queer Cabaret Magic Infant.
Sergey Kantsedal (1989, Kharkiv) è un curatore ucraino con base in Italia dal 2015. Attualmente è direttore artistico di Associazione Barriera, spazio non-profit fondato da un gruppo di collezionisti a Torino. Attraverso una serie di iniziative, mostre ed eventi, lo spazio crea occasioni di dialogo tra artisti, curatori, collezionisti e favorisce contaminazioni con altri ambiti culturali. Kantsedal lavora anche come curatore indipendente collaborando strettamente con giovani artisti e artiste alla realizzazione dei lavori, progetti e mostre. Un interesse particolare della sua ricerca è dedicato al ruolo del contesto ucraino e dell'ex Blocco Orientale nella costruzione dell’identità socio-culturale e di genere.
Katya Kopeikina (1997, Donetsk) è un’artista visiva originaria di Donetsk nella regione di Donbass. Frutto di un percorso autodidatta al di fuori dalle principali Accademie e Scuole d’arte, la sua pratica si articola attraverso il disegno e la pittura, operando nel tempo anche con altri linguaggi come il tatuaggio e la produzione di abiti. Nella propria ricerca Kopeikina esplora con l'improvvisazione, i temi del subconscio e dell’allucinatorio, ma anche della paura e dell’angoscia esistenziale.
Alyona Ivanova (1994, Dnipro) è un’artista multidisciplinare basata a Lviv. Attraverso la propria pratica esplora dei temi come oggettificazione del corpo, sessismo e omofobia. Lavora anche con il suo profilo social per esplorare delle questioni legate all’alienazione esistenziale nell’era post-digitale. Nell’ultimo periodo l’artista lavora con il linguaggio del cinema documentario, collezionando delle foto e video testimonianze legate all’attuale situazione di crisi socio-politica e militare in Ucraina.
Daria Veshtak (1991, Kharkiv) è un’artista, musicista, compositrice e video-maker di base a Kyiv. Nella propria pratica l’artista combina il linguaggio della computer grafica con altre forme di espressione artistica come la composizione musicale e l’utilizzo di varie tecnologie audiovisive. Dal 2016 lavora con il nome d’arte Sirakusy, performando in varie città ucraine e supportando iniziative che divulgano la cultura e l’estetica della musica elettronica. La sua ricerca musicale prende ispirazione dalla scena post-rivoluzionaria di musica elettronica di Kyiv. Nella sua musica combina vari generi come (techno, idm, electro, industrial, d & b, trance...) con le sue composizioni melodiche.
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Aggiornato il: 02/11/2022