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Ambrogini 2018
Medaglie d'Oro alla Memoria
Genetista, scienziato e accademico riconosciuto a livello internazionale. Il suo contributo fondamentale e pioneristico è stato quello di indagare il genoma umano cercando al suo interno le tracce dei tempi più remoti. Grazie ai suoi studi si è potuto ritrovare, nell’attuale patrimonio genetico dell’uomo, il segno lasciato dai grandi movimenti migratori ricostruendo la storia degli ultimi centocinquantamila anni dell’umanità. Questo modo di guardare alla scienza ha dato avvio a un nuovo campo di ricerca, la genetica delle popolazioni. A lui si deve la rinnovata visione di cosa sia la specie umana, senza razze, divisioni e tutta discendente da un ristretto gruppo di pionieri che, immigrando dall’Africa, ha diffuso i nostri geni e la nostra cultura nel mondo. Ha dedicato grandi energie alla divulgazione e alla formazione dei giovani, organizzando grandi mostre a Milano e in tutta Italia sull’evoluzione umana e sull’inconsistenza del concetto di razza.
Per quattordici anni direttrice di Gariwo e vicepresidente dell’Associazione Giardino dei Giusti di Milano. Attenta lettrice del mondo, ha impegnato parte della sua vita nella non facile battaglia per la memoria, raccontando la storia attraverso le vicende delle minoranze e le vite dei singoli. Si è spesa per mantenere vivo il ricordo di chi ha donato molto al mondo salvando i deboli, i perseguitati e opponendosi ai genocidi. Ha lavorato alla ricerca dei fatti sconosciuti o ignorati della Shoah, del dissenso nei paesi dell’Est, dello stalinismo, dei genocidi armeno e ruandese, delle pulizie etniche nei Balcani, del razzismo in Sudafrica. La sua storia racconta anche dell’impegno nel ricordo delle vittime di mafia e delle donne. È stata promotrice del concorso rivolto alle scuole “Adotta un Giusto”, per rendere i più giovani depositari della memoria. Ulianova Radice, Ulia per chi la conosceva, è stata la signora dei Giusti.
Attestati di Civica Benemerenza
Nata dal sogno di sei giovani partiti da Milano verso l’area rurale di Borom, nel Ciad, ha appena festeggiato i primi cinquant’anni di attività. Oggi è una realtà importante nel panorama delle organizzazioni non governative laiche e indipendenti: sono più di duecentosettanta le persone che operano in quattordici paesi diversi in Africa, Asia, America Latina ed Europa per contrastare la povertà proponendo soluzioni sostenibili, partecipate e innovative. L’impegno verso le periferie del pianeta e le fasce di marginalità si concentra sulla tutela e la protezione dell’ambiente e del territorio, sull’utilizzo responsabile delle risorse naturali, sull’accesso alle risorse idriche e alimentari come diritto fondamentale dell’uomo. Una particolare attenzione anche ai bambini per garantire a tutti la frequenza e la qualità dell’educazione scolastica.
Ordinato sacerdote nel 1985, da diciotto anni è presidente di Opera San Francesco per i Poveri, una realtà che in sessant’anni di attività ha coinvolto migliaia di milanesi nel volontariato al servizio dei poveri in uno stile accogliente e sobrio, contribuendo ad alleviare le sofferenze di molti e a consolidare l’impegno ambrosiano per una carità operosa. Per sua volontà l’attività dell’Opera si è indirizzata verso uno sguardo più personalizzato del bisogno, strutturando i servizi intorno alla persona. Sotto la sua guida la ristrutturazione degli ambienti, il potenziamento dei servizi, il coinvolgimento dei volontari, la fidelizzazione dei benefattori l’hanno resa un punto di riferimento fondamentale e necessario per gli italiani e gli stranieri in stato di povertà e di grave emarginazione nel capoluogo lombardo.
In cinquant’anni di attività, prima come gruppo informale poi come associazione di volontariato, ha fatto suoi i valori della tradizione meneghina della misericordia civile e dell’accoglienza. In una città che abbraccia e sostiene, ha saputo prendersi cura degli ultimi offrendo pasti caldi, spazi di incontro, ma soprattutto ascolto e dialogo. Espressione di un volontariato che fa del sostegno morale uno dei pilastri della propria missione, si è occupata di persone senza dimora, con problemi di salute mentale, dipendenze, ex carcerati, anziani soli e indigenti, e ha attivato numerosi servizi di ascolto e recupero. Grazie a cento volontari che affiancano operatori, educatori e psicologi, oggi gestisce centri di accoglienza diurni e notturni. Ha come obiettivi la promozione umana e il reinserimento sociale degli emarginati e degli esclusi. Tra i numerosi progetti, il giornale di strada Scarp de’ tenis e l’associazione Avvocati per Niente.
Ha festeggiato vent’anni di attività spesi cercando di aggregare e rappresentare le diverse realtà dell’associazionismo milanese con l’obiettivo di promuoverle e svilupparle in tutte le loro forme. Grazie a questo impegno costante, è diventata nel tempo un punto di riferimento, la vera casa di tutto il volontariato meneghino di cui si è sempre considerata parte attiva e sostenitrice di innovazione e cambiamento. Grazie ai primi servizi offerti sul territorio, quelli dell’informazione e della consulenza, ha saputo raccogliere e dare risposta ai bisogni espressi dalle associazioni. Successivamente, attraverso il supporto alla formazione e alla progettazione, ha contribuito alla loro crescita, valorizzando i principi della solidarietà, della condivisione e favorendo la partecipazione concreta di tutti allo sviluppo civile della società.
Costituita nel 1983 da un gruppo di studiosi di formazione economica, giuridica, filosofica e politologica per promuovere la riflessione interdisciplinare sui rapporti tra etica e scelte pubbliche, nel 1990 ha dato vita al Centro Studi per la ricerca e la formazione in politica ed etica, con sede a Milano. Dalla sua nascita si è posta come interlocutrice critica e supporto tecnico-scientifico per quei settori della società impegnati nello sviluppo di una cultura pubblica orientata ai criteri di efficienza, efficacia ed equità sociale. Con una sezione dedicata alla riflessione sulla bioetica, aperta nel 1985, si è dimostrata all’avanguardia su temi di interesse nascente, come su quelli degli affari, della responsabilità d’impresa e sulle questioni dell’information technology.
Cabarettista, teatrante, regista, cantautore, un artista poliedrico che ha arricchito la scena culturale milanese a partire dalla fine degli anni Sessanta. È nato artisticamente come chansonnier alla Cassina de’ Pomm di Gino Negri, per poi frequentare l’Accademia d’Arte Drammatica del Piccolo Teatro. Da Giorgio Gaber a Enzo Jannacci, passando per Dario Fo e Franca Rame, ha collaborato con i più noti artisti milanesi. Dopo aver fondato la compagnia teatrale La Casa di via Torino, ha interpretato e curato la regia di numerosi spettacoli per i Centri Anziani del Comune di Milano ed è diventato direttore artistico del Cabaret Milanese La Ribalta. Nel 1998 ha inaugurato la sede del Teatro della Memoria, di cui è tutt’ora presidente, dove nel corso degli anni ha curato la regia di opere liriche tra cui Tosca di Puccini, Il Trovatore di Verdi, Il Barbiere di Siviglia di Rossini, e di spettacoli in prosa come Il teatro comico di Goldoni, Il naso di Gogol e diverse opere di Ionesco.
Edificata nel 1899 per volontà del Maestro Giuseppe Verdi, la Casa di piazza Buonarroti offre ai musicisti più anziani la possibilità di trascorrere una vecchiaia serena e dignitosa dopo una vita dedicata all’esercizio dell’arte e al suo insegnamento. Dal 1902, data dell’apertura agli ospiti, sono più di mille gli artisti che vi hanno trascorso gli ultimi anni di vita. Per il costante impegno profuso nella promozione e valorizzazione degli ideali civili del suo fondatore, ancora oggi è riconosciuta, anche a livello internazionale, come eccelso modello di istituzione attiva nell’ambito della responsabilità sociale. La sua bellezza artistica e architettonica, oltre alla sua imprescindibile valenza musicale, attirano ogni anno migliaia di turisti, confermando così le parole di Giuseppe Verdi che sempre la definì “l’opera mia più bella”.
Cinquant’anni dedicati alla costruzione di “un mondo in cui nessun bambino si senta solo e ciascuno possa crescere felice”. È questa la visione che porta avanti dal 1968 la prima organizzazione in Italia ad occuparsi di adozioni internazionali, attiva oggi con progetti di cooperazione per garantire protezione, benessere e inclusione sociale ai bambini più vulnerabili di venticinque paesi del mondo. Nella sua lunga storia ha contribuito alla stesura della legge che regolamenta l’adozione internazionale in Italia e alla convenzione internazionale de L’Aja del 1993, che definisce le procedure in oltre novanta Paesi. Nata su iniziativa di un gruppo di famiglie che volevano impegnarsi per accogliere come figli bambini abbandonati, ha organizzato a Milano nel 1971 la prima conferenza mondiale su adozione e affido e ha ricevuto nel 2000 il riconoscimento di ONG dal Ministero degli Affari Esteri.
Fondato nel 1970 con l’obiettivo di prestare attività di protezione civile, sociale, sanitaria, umanitaria e di cooperazione, grazie all’impegno di quattromilacinquecento volontari e di oltre ottocento medici e infermieri porta da sempre assistenza e soccorso ai territori e alle persone in difficoltà. Dalle calamità che hanno colpito la valle del Belice, il Friuli, l’Irpinia, Amatrice, fino alle missioni internazionali nelle aree più depresse del mondo, il Corpo dell’Ordine di Malta rientra nell’elenco delle organizzazioni di Protezione Civile di rilevanza nazionale. E dal 2008 è impegnato a bordo dei dispositivi navali dei corpi militari nel Mediterraneo dai quali ha fornito assistenza sanitaria ad oltre centonovantamila migranti. A Milano, dove ha recentemente inaugurato una nuova sede e un ambulatorio medico mobile, è attivo ogni giorno nel supporto ai senza fissa dimora grazie all’Unità di Strada.
All’equipe che guida da circa dieci anni come direttore del reparto di Oncologia del Fatebenefratelli, ha trasmesso i valori del suo modo di lavorare: quella dedizione al paziente e l’attenzione verso i familiari che consentono, nel percorso di cura, di rispondere con competenza ai bisogni del malato e sostenerlo moralmente nel momento più difficile della vita. Entrata al Fatebenefratelli nel 1986, ha dedicato oltre trent’anni di attività a migliorare la capacità di accogliere i malati oncologici e accompagnarli nei trattamenti clinici, spesso lunghi e incerti, di un male che genera ansia e paura. Innumerevoli sono state le sue pubblicazioni scientifiche che si affiancano ad un’innata capacità di entrare in empatia con gli altri, rendendola un medico competente e umano.
Prende l’ispirazione e il nome dalla mamma del suo fondatore che, durante una lunga degenza del figlio bambino, portava ogni giorno in ospedale gioia e spensieratezza a tutti i bimbi del reparto. Nasce così, nel 1995, il ‘Dottor Sogni’ – oggi sono più di trenta – con l’importante missione di portare momenti di gioco, ascolto e sorriso ai piccoli ricoverati in ospedale. Sono oltre trentacinquemila ogni anno i pazienti visitati nei trentotto reparti in cui opera, presente anche in Svizzera, Francia, Inghilterra, Spagna, Bielorussia, Turchia e Hong Kong. Nel 2015 ha inaugurato un nuovo programma di visite, l’Accompagnamento chirurgico, presso l’Ospedale dei Bambini Vittore Buzzi di Milano, con l’obiettivo di distendere le ansie e abbassare il livello di stress dei bambini e delle loro famiglie dal momento dell’attesa prima dell’intervento fino al risveglio.
Fin dalla sua nascita ha sempre svolto un importante ruolo di assistenza verso coloro – e sono venticinquemila le persone colpite in Italia – che soffrono di questa rara patologia, di cui ancora non si conosce la cura. Non esiste infatti ad oggi una terapia per la sclerodermia e i farmaci attualmente utilizzati sono mirati alla prevenzione o al trattamento delle complicazioni. In venticinque anni di attività, l’associazione ha contribuito a fornire agli ammalati la possibilità di ricevere in tempi brevi l’assistenza di un team integrato, offrendo anche l’accesso a protocolli di ricerca con cure sperimentali e raccogliendo – dal 2008 ad oggi – quasi due milioni e mezzo di euro per la ricerca. Un’attività encomiabile che si pone l’obiettivo di portare alla scoperta di nuove cure e alla nascita di nuove speranze di guarigione.
Nato vent’anni fa per promuovere una cultura di pace basata sul dialogo interculturale e interreligioso, è impegnato nell’organizzazione di campi di animazione sociale in Italia e all’estero, formazione e progetti di cooperazione internazionale. Attività che hanno portato migliaia di milanesi a dare supporto ai minori prima nei Balcani e nei Paesi dell’Est, poi in molti altri territori del mondo. Oltre al volontariato internazionale, a Milano ha promosso il turismo responsabile e ha individuato nello sport un altro strumento di costruzione di relazioni di pace. Importante anche l’impegno nella formazione sui temi internazionali: fin dal 2005 organizza l’unico corso di lingua serbo/croato/bosniaco attivo a Milano, rendendo alla città un servizio molto prezioso. In questi anni, cogliendo anche la sfida dell’integrazione positiva dei migranti, è riuscito a portare tutto il mondo a Milano.
Ha declinato al femminile il mestiere di regista e drammaturga, dedicandosi alla scrittura e alla direzione di spettacoli sulle storie di donne straordinarie e non, da Frida Kahlo alla senzatetto Antonella. Dal 1989 ha cominciato a portare l’arte nei luoghi del disagio e grazie alla cooperativa sociale Centro Europeo Teatro e Carcere ha contribuito al reinserimento sociale degli attori e delle attrici detenuti. Nel 2015 ha portato in Italia, dall’Inghilterra, l’Edge Festival, rassegna dei teatri delle diversità che coinvolge realtà artistiche inclusive con attori non udenti o diversamente abili. Oggi si dedica alla formazione di artisti, molti stranieri, che desiderano lavorare nei luoghi del disagio, ispirando i giovani alla ricerca dell’arte non fine a se stessa, ma come forma di riscatto sociale, denuncia e testimonianza.
Come presidente dell’Associazione Volontari del Sangue-Avis di Milano, di cui oggi è presidente onorario, ha contribuito a dare voce al volontariato e a diffondere i valori di solidarietà e altruismo che sono alla base della convivenza civica. Grazie ad un proficuo dialogo con le istituzioni locali e con le realtà associative del territorio, si è impegnato per diffondere la cultura del volontariato e del dono, con particolare attenzione a quello del sangue. Attraverso iniziative di sensibilizzazione, informazione, ricerca e diffusione della promozione della salute ha saputo richiamare i cittadini al dovere della generosità e dell’umanità solidale che si esprime anche attraverso la donazione del sangue. A maggio di quest’anno è stato insignito dell’Attestato di Cavaliere dei Diritti Umani per essersi distinto nella salvaguardia della società civile.
Milanese di nascita, si è diplomata alla Scuola di ballo del Teatro alla Scala, per poi tornarvi da direttrice e insegnante dove è rimasta per trentadue anni. Nella sua carriera di ballerina, ha interpretato memorabili ruoli da solista nel repertorio classico, neo-classico e contemporaneo. Da insegnante ha apportato cambiamenti determinanti nella didattica, tra cui lo studio della danza contemporanea e del pilates, e si è dedicata alla scrittura di diversi manuali di metodologia. Ha partecipato alla formazione di importanti danzatori contemporanei, dedicandosi con professionalità e rigore alla crescita dei giovani talenti. Grazie alla collaborazione con le istituzioni e promuovendo concorsi in Italia e all’estero, ha contribuito alla diffusione della cultura della danza, dando lustro alla sua città natale e all’Accademia scaligera.
Una voce originale nel panorama editoriale, un giornale coraggioso di informazione e diffusione di idee da cinquant’anni esatti, compiuti solo qualche giorno fa, il 4 dicembre. Fu Paolo VI a volere un nuovo quotidiano dei cattolici italiani che diventasse uno strumento popolare di informazione e di giudizio sulla realtà del mondo contemporaneo. Nasce per dare voce ad un mondo cattolico impegnato nella società e fatto di una realtà composita, ricca di sensibilità e anime differenti. Dagli esordi ad oggi molti gli arricchimenti e i cambiamenti: dalla creazione dei supplementi come ‘Noi genitori e figli’, ‘Luoghi dell’infinito’ e ‘Popotus’, alla presenza sempre più corposa del quotidiano su Internet, con il lancio di nuove applicazioni. Dal 2009, con la direzione affidata a Marco Tarquinio, il prestigio del quotidiano si è consolidato, confermando un trend di crescita diffusionale eccezionale in anni molto difficili per l’editoria.
Un riconoscimento volutamente senza nomi, che premia quelli che ci sono e quelli che non ci sono più. Sono i giovani pazienti della Pediatria Oncologica dell’Istituto Nazionale dei Tumori, adolescenti che stanno combattendo la propria battaglia o che l’hanno già vinta, ma che in alcuni casi non ce l’hanno fatta. Sono i ragazzi e le ragazze che si sono mostrati con grande coraggio e in tutta la loro normalità nel video della canzone “Palle di Natale”, da oltre sei milioni di visualizzazioni. Giovani che in una mostra fotografica hanno raccontato la loro ricerca della felicità in autoscatti di amicizia, sport e viaggi, e che in un fumetto, “Loop, indietro non si torna”, hanno parlato di cambiamenti, cicatrici e poteri da supereroi. L’approccio positivo alla vita e alla più difficile delle battaglie fa del Progetto Giovani un vero vanto per tutti i milanesi.
Un progetto innovativo che si è posto come obiettivo quello di rovesciare i canoni tradizionali della notizia, mettendo in risalto ciò che di positivo accade nella società e raccontando le storie di coloro – associazioni, gruppi di volontari, operatori sociali, esempi di cittadinanza attiva – che ogni giorno e silenziosamente si mettono a disposizione del prossimo. E quindi del bene comune. La passione, la competenza e l’entusiasmo della redazione fanno sì che questo progetto editoriale del Corriere della Sera, a poco più di un anno dalla sua creazione, sia già riconosciuto come un esempio di successo. Affermando un nuovo modello di divulgazione della notizia, valorizzando il prezioso lavoro del Terzo Settore, meneghino e non solo, e dando energia alla “impresa del bene”, ha permesso a Milano di essere ancora una volta all’avanguardia nel vasto panorama dell’informazione.
Dalla centralissima Basilica di San Babila, nel cuore benestante di Milano, al piccolo Comune di Tarcento, devastato dal terremoto del Friuli del 1976. L’umiltà e l’abnegazione con cui il sacerdote ha prestato la sua opera di soccorso fisico e morale a gente che aveva perso tutto, hanno lasciato un segno indelebile nella comunità e ancora tangibile oggi. La scuola Camillo Di Gaspero, nata dall’intuizione di restituire ai bambini il luogo dell’istruzione e dalla volontà di creare uno spazio di convivialità e incontro, è ancora viva e fiorente grazie al coinvolgimento partecipe degli educatori e delle famiglie. Eredità di un grande parroco che, condividendo la disperazione delle perdite materiali e affettive e la fatica della ricostruzione fisica e morale, ha saputo spronare una comunità intera alla rinascita, al reciproco sostegno, alla speranza.
il titolo
Responsabile della Chirurgia toracica all’Ospedale Humanitas di Rozzano e presidente della sezione milanese della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, inizia la sua carriera di medico nel 1980 dopo la laurea in Medicina e Chirurgia e le specializzazioni in Oncologia e Chirurgia polmonare. Nella sua carriera ha effettuato più di quattromila interventi. La sua esperienza clinica si è tramutata in oltre duecentocinquanta pubblicazioni e articoli, alcuni dei quali diffusi da importanti riviste nazionali e internazionali. I suoi principali interessi di ricerca e attività sono attualmente rivolti alla chirurgia toracica e alle neoplasie polmonari. Nell’interesse del benessere del paziente ha dedicato grande attenzione ai trattamenti multidisciplinari, in stretta collaborazione con oncologi, medici e radioterapisti.
Un profondo spirito civico anima la sua vita. Negli anni ha sostenuto con generosità molte associazioni impegnate nella cultura, nell’arte e nel sociale. Nel 1994 è stata tra i fondatori della Fondazione Giannino Bassetti per l’innovazione consapevole delle tecno-scienze, della finanza e dell’impresa e oggi è presidente onoraria dell’Associazione Amici del Fai. Il suo impegno per la cura del patrimonio cittadino ha trovato massima espressione nella promozione del restauro della Chiesa di San Carlo al Lazzaretto. Sempre attivo il suo sostegno al Castello Sforzesco e alla collezione di Arti Applicate attraverso le donazioni dell’Associazione Amici della Raccolta delle Stampe Achille Bertarelli. Entrata in contatto con la comunità rurale di Quimili Paso in Argentina, ne ha promosso lo sviluppo con il Progetto Sumampa volto a diffondere nel mondo le tradizioni artigianali di un popolo antico ma fortemente povero e bisognoso.
Considerato tra i più grandi chef del mondo, ha posto al centro del suo lavoro la riflessione sul cibo come ponte tra le culture e mezzo di inclusione per restituire dignità all’uomo. Partendo dalla constatazione che oltre ottocento milioni di persone soffrono di malnutrizione e che un terzo del cibo viene sprecato, ha dato il via al progetto culturale Food for Soul che riunisce i valori della qualità, della bellezza e dell’ospitalità. Insieme a Caritas ha ideato il Refettorio Ambrosiano, diventato esempio di attenzione verso gli ultimi e già replicato a Rio de Janeiro, Londra e Parigi. Il riuso delle eccedenze alimentari, grazie alle competenze di professionisti in uno spazio aperto e ospitale, incarna un impegno che non è solo espressione dei valori al centro di Expo 2015 ma è anche il segno del più autentico spirito solidale milanese fatto di professionalità, cultura e attenzione verso gli altri.
Regista lirico e drammatico in campo nazionale ed internazionale, con messinscene che spaziano dall’opera all’operetta, dal musical al balletto, dal recital al cabaret. Un artista che ha attraversato oltre sessant’anni di teatro, collaborando con le maggiori istituzioni teatrali di tutto il mondo, oltre a svolgere attività nel campo della musica leggera in radio e in televisione, firmando importanti programmi. Ogni sua scelta è stata guidata dall’estetica del gusto, ovvero dal linguaggio che esprime la creatività attraverso la bellezza. Nonostante la sua lunga carriera, è rimasto sempre fedele a se stesso e, come tutti gli artisti veri, è sempre pronto a iniziare una nuova avventura con l’entusiasmo e la passione che hanno sempre caratterizzato la sua vita e il suo lavoro.
Trentotto anni fa nasceva a Milano il gruppo musicale che meglio ha rappresentato il lato ironico e trasgressivo della città, che ha saputo rivelarne luci e ombre, senza mai rinnegare il legame che ha avuto e ha con essa. Gli ‘Elii’ hanno mosso i primi passi tra i banchi del liceo Einstein, per poi diventare musicisti di altissimo livello, suonando prima nei locali dell’eccellenza musicale milanese e poi in centinaia di concerti in tutta Italia. Capaci di raggiungere un pubblico straordinariamente eterogeneo e che abbraccia tutte le generazioni, la band milanese per eccellenza ha saputo tracciare attraverso la musica le trasformazioni del Paese, distinguendosi sempre per l’impegno civico e per la capacità di trasmettere, con la musica ma non solo, valori profondi come l’apertura alle differenze e il rispetto per il bene pubblico.
Grazie alla sua energia e al valore incondizionato del suo impegno civico, la comunità può contare su una maggiore consapevolezza nell’affrontare la sclerosi laterale amiotrofica. È diventato un punto di riferimento per le persone affette da malattie neuromuscolari. La forza e lo spirito con cui, fin da ragazzo, ha reagito alle difficoltà della disabilità sono un esempio di vita. Negli anni si è speso per difendere il diritto al lavoro delle persone più deboli ed emarginate, per promuovere lo sport tra i disabili, per ampliare la rete del volontariato di cui è stato sempre protagonista attivo. È stato tra gli ideatori e fondatori del centro clinico NeMO per dare una risposta multidisciplinare alle necessità espresse dai pazienti affetti da queste particolari patologie. Padre di tre splendidi bambini e imprenditore in ambito sociale, vive nel segno della solidarietà e dell’impegno per il prossimo.
Ha dedicato la propria vita alla ricerca scientifica nel settore dell’immunologia e dell’oncologia, scoprendo nuovi geni e molecole essenziali per il funzionamento del sistema immunitario e offrendo un contributo straordinario allo sviluppo di nuove terapie per la lotta al cancro. È tra i ricercatori italiani più citati nella letteratura scientifica internazionale e ha ricevuto importanti riconoscimenti come il premio triennale dell’Organizzazione Europea degli Istituti del Cancro e il Robert Koch Award. Attualmente direttore scientifico di Humanitas e presidente dell’International Union of Immunological Societies, pur avendo lavorato molto all’estero, ha condotto le sue ricerche più innovative a Milano, attirando prestigiosi finanziamenti e ricercatori da tutto il mondo. Ma soprattutto contribuendo a dare speranza ai malati e alle loro famiglie.
Dopo la laurea in Biologia all’Università degli Studi di Milano, si è specializzata in Genetica con uno studio su virus e batteri. Ha iniziato la sua attività all’Ospedale San Raffaele e nei laboratori dell’Unità di Virologia Umana ha avviato ricerche importanti per la cura della salute. All’Istituto Europeo di Oncologia ha iniziato a specializzarsi nella decifrazione dei codici utilizzati dalle cellule, iniziando un percorso di ricerca di altissimo livello. Nel 2009 la prestigiosa Organizzazione Europea per la Biologia Molecolare ha riconosciuto l’elevato standard dei suoi studi e nel 2016 l’ha nominata suo membro. Madre di Matteo e Davide, ha all’attivo oltre quaranta pubblicazioni sulle più autorevoli riviste internazionali e si distingue come una delle poche scienziate italiane che sono riuscite in una carriera eccellente, restando in Italia e portando avanti un progetto familiare.
Psicoterapeuta, divulgatore scientifico, scrittore, docente. Formatosi tra Milano e Parigi, pratica la psicanalisi dal 1989. Nel 2003 ha fondato Jonas Onlus, Centro di clinica psicoanalitica per i nuovi sintomi, allo scopo di rendere i percorsi terapeutici accessibili a tutti, soprattutto alle persone disagiate. Grazie al suo impulso la struttura ha aperto ventiquattro sedi in tutta Italia e oggi collabora attivamente con le istituzioni. Oltre all’attività clinica, ha insegnato nelle università di Urbino, Bergamo, Pavia, Verona e Losanna. È autore di numerose pubblicazioni che spaziano dalla clinica psicanalitica alla psicanalisi dell’arte fino all’analisi dei legami familiari, tematica affrontata anche nel programma televisivo “Lessico famigliare”, che ha scritto e condotto per Rai 3 nel 2018, raccogliendo il favore della critica e il plauso del pubblico per aver riportato in televisione contenuti importanti.
Magistrato, presidente della Sezione Autonoma Misure di Prevenzione del Tribunale di Milano, dagli anni Novanta è impegnato – dentro e fuori dalle aule giudiziarie – per difendere e sostenere donne e minori vittime di violenza. Docente alle scuole di formazione per il contrasto alla violenza di genere per le Università Statale e Bicocca di Milano e per l’Università di Trieste, ha partecipato come relatore in numerosi convegni nazionali e internazionali riguardanti le tematiche della violenza domestica e ha dichiarato che la sua più grande speranza è che tutti insieme si lavori perché un giorno calino realmente le aggressioni maschili nei confronti delle donne e perché il 25 novembre – Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne – duri 365 giorni l’anno.
Il suo primo ristorante milanese, la rinomata Osteria di Porta Cicca, nasce nel 1986 e gli vale la Stella Michelin. Da quel locale in Ripa di Porta Ticinese, grazie a creatività, intelligenza e tecnica, ha contribuito a scrivere la moderna evoluzione della ristorazione milanese e italiana. Con i suoi ristoranti diffonde nel mondo la cultura del gusto, in una personale interpretazione che unisce le tradizioni nostrane ad uno sguardo rivolto al futuro e all’innovazione. Tra i fondatori dell’Associazione Jeunes Restaurateurs d’Europe, dal 2012 è presidente dell’Associazione Le Soste, che si occupa di diffondere e valorizzare l’eccellenza della cucina italiana e che vanta, tra i suoi membri, i ristoranti più prestigiosi in Italia e in Europa. Alla passione per la cucina affianca quella per l’insegnamento trasmettendo la sua esperienza a giovani allievi, professionisti e semplici amanti del gusto.
Dopo aver subìto il dramma della deportazione nei campi di sterminio nazisti, ha orientato la propria vita al dovere morale di diffondere la memoria e testimoniare. Ultima nata, nel 1933 nell’italiana Fiume, da una famiglia di origine ebraica, viene battezzata e cresciuta secondo i principi cattolici. Ma nemmeno la scelta di trasferirsi a San Daniele del Friuli per sfuggire ai bombardamenti e alle persecuzioni razziali la salverà dall’arresto e dalla deportazione: nel 1944 l’intera famiglia è ad Auschwitz-Birkenau e da lì, undicenne, dovrà affrontare la ‘marcia della morte’ verso il campo di concentramento di Ravensbruck e quindi a Bergen-Belsen. Una volta maggiorenne, si è trasferita a Milano per lavorare come sarta e costruire la propria famiglia. Non si è mai sottratta all’impegno della testimonianza, che ha anche raccolto in un diario pubblicato nel 2014 con il titolo ‘Una bambina ad Auschwitz’.
Ha solo 23 anni e ha già compiuto un’impresa straordinaria: è stato il primo ballerino italiano nella storia ad entrare nella prestigiosa compagnia del Teatro Bolshoi di Mosca. Con un curriculum da vero fuoriclasse, dopo il diploma all’Accademia Teatro alla Scala, è oggi tra i più importanti professionisti della danza a livello mondiale. Grazie alla dedizione, allo spirito di sacrificio e all’impegno costante, ha prima preso parte al Balletto di Stato di Vienna, poi è entrato a far parte del Corpo di Ballo della Scala, dove ha danzato ne La bella Addormentata, Cinderella e Schiaccianoci, per approdare al più famoso teatro moscovita. La sua prima esibizione ne Le Spectre de la Rose l’ha consacrato definitivamente a talento internazionale e gli è valso il premio Danza&Danza come miglior ballerino italiano all’estero.
Figlia di Casimiro Wronowski de Topòr, direttore dell’archivio del Corriere della Sera fino al 1925, e nipote di Giacomo Matteotti, giornalista e deputato socialista assassinato dai sicari fascisti nel 1924, ha trascorso l’infanzia nell’isolamento sociale della sua famiglia e sotto assillante controllo poliziesco. Ha partecipato attivamente alla Resistenza contribuendo anche alla liberazione di venti prigionieri ebrei dal Campo di Calvari e, finita la guerra, ha intrapreso la carriera giornalistica. Al centro del suo impegno ha posto la testimonianza dell’esperienza partigiana a servizio dei giovani, con innumerevoli incontri nelle scuole di ogni ordine e grado. Motivata da una grande passione civile e da un forte legame all’esempio dello zio, è stata insignita dal Ministero della Difesa della Medaglia della Liberazione e il 25 aprile scorso ha ricevuto la medaglia dell’Istituto Ligure per la Storia della Resistenza e dell’Età Contemporanea.
Imprenditrice seria e di successo, ha portato avanti e incrementato il valore dell’attività di famiglia, fondatrice del Gruppo Ivri, leader nel settore dei servizi della sicurezza privata. Insieme al fratello Gianpietro, dopo aver preso il posto del padre Fortunato, ha guidato un gruppo che ha dato lavoro ad oltre quattromila addetti incaricati di garantire la sicurezza di aziende pubbliche e private, attività e abitazioni. Ha poi creato una nuova impresa nel campo degli impianti satellitari per il trasporto, continuando ad occuparsi di vigilanza nel Corpo Vigili Notturni con l’ausilio di seicento addetti. Insieme a questo, non ha mai trascurato l’impegno nella beneficenza e nel volontariato a favore degli animali, sostenendo e promuovendo numerose iniziative e assistendo in prima persona le associazioni che si occupano della salvaguardia dei cani abbandonati e della loro sistemazione presso nuove famiglie.
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