In occasione della Fashion week prevista per settembre 2024, il Museo del Risorgimento si racconta attraverso la storia degli abiti diventati simbolo di quella stagione.

In un approfondimento di solo mezz'ora, pensato per chi vuole dedicarsi una "pausa" culturale tra un evento e l'altro di questa intensa settimana, per il pubblico degli affezionati del Museo e per chi lo visita la prima volta, racconteremo di come anche gli abiti o gli oggetti indossati siano stati veicolo di idee: dai paramenti del potere a indumenti attraverso i quali si rendevano manifesti pensieri alternativi, di critica o l'adesione a idee rivoluzionare e ideali democratici. 

Durante la visita, si potrà vedere e conoscere la storia del mantello di Napoleone, conservato in museo e unico rimasto fra quelli utilizzati per le cerimonie ufficiali, che fu da lui indossato in occasione della sua incoronazione a Re d'Italia avvenuta nel Duomo di Milano, il 26 maggio 1805.

Si ripercorrerà la storia di Giuseppe Garibaldi attraverso quella del suo poncho sudamericano, dei suoi jeans, tipici dei marinai genovesi e della camicia rossa dei macellai uruguayani che diventerà simbolo del coraggio dei garibaldini.

Si parlerà degli abiti neri indossati quotidianamente da Giuseppe Mazzini che, ispirandosi a quelli del Jacopo Ortis di Ugo Foscolo, simboleggiavano il lutto per la patria, e anche la speranza, secondo il "quadrilatero" concettuale che sosteneva la Giovane Italia, di vederla un giorno risorgere unita, libera, indipendente e repubblica rappresentativa, inserita in quell'idea di associazione di popoli liberi che animerà la Giovane Europa e tutto il pensiero mazziniano, verso lo sviluppo di una coscienza democratica nazionale, europea e internazionale.

Le visite saranno condotte da personale del Museo e sono previste sia in italiano che in inglese a seconda degli iscritti.