Sala I-II - Civiche raccolte storiche
Sala I-II
Il periodo napoleonico
Il Risorgimento italiano ha inizio con l’occupazione di Napoleone, che portò con se un rinnovamento politico e la diffusione di ideali di libertà e indipendenza affermatisi durante la Rivoluzione Francese. Le sue imprese furono anche fonte di ispirazione per molti artisti che realizzarono opere di forte impatto celebrativo. Il percorso espositivo si apre con la Bandiera della Legione Lombarda dei Cacciatore a Cavallo, uno dei primi tricolori donato ai patrioti italiani che si unirono volontariamente all’esercito francese nella guerra contro l’Austria, adottando il verde, bianco e rosso sullo stendardo durante la battaglia di Arcole, il 16 novembre 1796.
Il motto “vivere libero o morire” e i simboli adottati richiamano gli idali rivoluzionari, la lotta contro il potere assoluto, le rivendicazioni di libertà e la nascita di un’identità nazionale. Sul fronte sono rappresentati il berretto frigio rosso, che nell’Antica Roma distingueva gli schiavi liberati, mentre sul retro i pugnali di Bruto e Cassio, usati nella cospirazione per uccidere Cesare e l’archipendolo, strumento per verificare l’equilibrio di una superficie, simbolo dell’uguaglianza invocata durante la Rivoluzione Francese. Il periodo dal 1796 al 1799, che vide la nascita della Repubblica Cispadana – diventata poi Cisalpina -, fu caratterizzato da un’intensa vita politica e diverse innovazioni in campo amministrativo e giuridico. Nel 1805 Napoleone divenne Re d’Italia: suggestivo è il busto che lo ritrae con in capo la Corona Ferrea e quella d’alloro, utilizzate durante l’incoronazione avvenuta nel Duomo di Milano il 26 maggio.
L’opera di Comolli, interessante esempio dello stile neoclassico, trova collocazione accanto ai preziosi cimeli della cerimonia – la corona imperiale, il manto reale di velluto verde con ricamato il suo monogramma sul retro, la “mano di giustizia” e lo scettro con il Leone di San Marco. Durante il regno napoleonico l’apparato governativo fu modernizzato e Milano divenne una città in fermento, molto attiva culturalmente ed economicamente. Tuttavia il crescente clima di dispotismo esasperò le classi borghesi, le cui aspettative di libertà e unificazione furono disattese, e i ceti popolari, stanchi della pesante tassazione e della leva militare. Quando Napoleone, sconfitto dalle potenze europee alleatesi, fu costretto ad abdicare a Milano scoppiò una rivoluzione, durante la quale il Ministro delle Finanze del Regno d’Italia, Giuseppe Prina, fu assassinato. La sequenza degli eventi di quel famoso 20 aprile 1814 fu abilmente rappresentata dal pittore Giovanni Migliara.