Opere, targhe e busti in cortile

Opere, targhe e busti in cortile

TARGA FAMIGLIA DE MARCHI
Piano terra, entrata
Marco De Marchi (1872- 1936), naturalista e cultore di storia e Rosa Curioni, acquistano il Palazzo Moriggia all'inizio del Novecento dove abiteranno per tutta la loro vita. La filantropia ha un ruolo importante per Marco e Rosa che promuovono e sostengono diverse attività e progetti culturali e storici. Alla morte di Marco il 15 luglio 1936, Rosa continua a sostenere i progetti che avevano sognato insieme: dona la collezione filatelica alle Raccolte Storiche e fra il 1940 e il 1945 concede in uso perpetuo al Comune di Milano il palazzo affinchè possa essere usato per attività di ricerca e divulgazione storica. 

 

 

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Opere, targhe e busti in cortile

TARGA MAZZINIANA
Piano terra, cortile
Affissa in occasione del 70° anniversario della nascita dell’Associazione Mazziniana Italiana, fondata nel 1943 da importanti figure antifasciste per promuovere “l’educazione alla democrazia e alla partecipazione democratica”, la targa ricorda la fondazione dell'associazione e gli ideali che hanno animato il pensiero politico e filosofico di Giuseppe Mazzini (1805 – 1872). Illustre personaggio della storia del Risorgimento, patriota, politico, filosofo e giornalista, passa la maggior parte della sua vita perseguitato e in esilio, al servizio degli ideali in cui crede per un'Italia unita, indipendente, libera e repubblica rappresentativa.  Il suo pensiero e la sua azione politica contribuiscono in maniera decisiva alla formazione dello Stato Unitario Italiano e a un'idea di progresso dell'umanità che rifletta il concetto di associazione di popoli uguali nella differenza e liberi nel dovere di poter perseguire il diritto alla propria nel rispetto dell'altrui realizzazione verso la maturazione di una coscienza democratica nazionale, europea e internazionale. 
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Opere, targhe e busti in cortile

STATUA: LA PRIMA GIORNATA (LA CAMPANA A MARTELLO)
scolpita da Giuseppe Grandi

Piano terra, cortile 
Al centro del portico, in fondo al cortile, si trova una statua divenuta uno dei simboli più rappresentatitvi del museo: raffigura una figura femminile e fu realizzata da Giuseppe Grandi, autore del monumento alle Cinque giornate, sito nell’omonima piazza di Milano. La scultura è una copia, in scala 1:2, di una delle figure allegoriche che, proprio in quel monumento, rappresentato le Cinque Giornate, ovvero i cinque giorni (18-22 marzo 1848) durante i quali la città di Milano insorse contro austriaci. L’opera presenta una donna di schiena; il busto è scoperto mentre la parte inferiore del corpo è coperta da un lungo drappo che sembra unirsi poi alla struttura architettonica. Il braccio sinistro è rivolto verso la colonna come si stesse tenendo ad essa mentre nella mano destra stringe un sasso con il quale la donna sta battendo una campana (non presente in questa copia ma visibile sul monumento). Si tratta della “Prima giornata”, quella che chiama la città alla rivolta. Durante le Cinque Giornate di Milano, le campane vennero suonate continuamente per incitare i cittadini e per avvisare i territori limitrofi a Milano, asserragliata dentro le mura, di ciò che stava avvenendo in città.

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TARGA DELLA VITTORIA
piano terra, cortile
La targa si trova dopo l’arco d’ingresso, sulla destra e riporta inciso il “Bollettino della Vittoria” che il Generale Armando Diaz scrisse per informare della vittoria, nella Prima Guerra Mondiale, dell’esercito italiano (e alleato) su quello austro-ungarico. Il bollettino originale è esposto presso il Museo risorgimentale “Duca d'Aosta” allestito presso il Castello di Sanluri in Sardegna. Dagli anni ’20 del secolo scorso, si diffuse l’idea di affiggere, in tutti i municipi italiani, delle targhe con inciso il testo del bollettino. Un fatto curioso, a questo proposito, è che molte targhe vennero fatte concludere con la scritta “FIRMATO DIAZ” dando, quindi, l’illusione che “FIRMATO” fosse il vero nome del generale; è per questo che in quegli anni, si vide un netto aumento dei nomi “Firmato” o “Firmino”, in onore del generale.
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STATUA raffigurante MARCO DE MARCHI 
scolpita da Giannino Castiglioni

piano terra, cortile
La statua, raffigura Marco de Marchi, ultimo proprietario di questo Palazzo insieme alla moglie Rosa Curioni. Venne realizzata dal celebre scultore milanese Giannino Castiglioni. Castiglioni nacque a Milano nel 1884, studiò presso l’accademia di Brera, proseguì la sua vita con una florida carriera esordendo come artista durante l’Esposizione internazionale di Milano nel 1906; saranno, però, la medaglistica e la scultura a costituire gran parte della sua produzione fino alla sua morte, avvenuta nel 1971 a Lierna, paesino del comasco. Marco de Marchi nasce a Milano nel 1872. È un naturalista, un filantropo, un imprenditore e un mecenate che, insieme alla moglie Rosa Curioni, portò il proprio contributo a moltissime associazioni e comunità milanesi. Sposati il 27 dicembre 1913, rimasero insieme fino alla morte di Marco avvenuta nel luglio del 1936; Rosa morirà, invece, nel gennaio 1951.

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BUSTO raffigurante ENRICO GUASTALLA
scolpito da Enrico Cassi

scalone
Il busto, in bronzo, raffigura Enrico Guastalla ed è realizzato da Enrico Cassiscultore italiano nato nel 1863 e morto nel 1913: poco conosciuto ma molte delle sue opere popolano le vie della città di Milano. Enrico Guastalla nacque nel 1826 da famiglia ebraica e si contraddistinse fin da giovane per il suo spirito patriottico che lo spinse ad aderire ai moti del 1848, a combattere per difendere la Repubblica Romana nel 1849, a seguire Mazzini e Garibaldi per la penisola fra il 1859 (presso San Fermo) e il 1867 (sull’Agro Romano). Venne eletto parlamentare italiano e contemporaneamente si impegnò per dare vita all’attuale Museo del Risorgimento di Milano. Morì nel 1903.

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BUSTO raffigurante CESARE CORRENTI
scolpito da Vincenzo Gemito

scalone
Il busto in bronzo, ritrae Cesare Correnti. E' stato realizzato nel 1878 da Vincenzo Gemito, artista italiano nato nel 1852 e morto nel 1929, molto conosciuto e apprezzato nella Penisola e in Europa. Cesare Correnti fu un importante patriota e politico italiano. Nato nel 1815 da una altolocata famiglia milanese, fin da subito si oppose al dominio austriaco sulla sua città partecipando alle Cinque Giornate di Milano e aiutò la Lombardia durante il processo di annessione al governo Sabaudo. Un cancro al viso lo uccise nel 1888 a Milano.

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BUSTO raffigurante GIUSEPPE VERDI
scolpito da Vincenzo Gemito

scalone
In cima allo scalone, all’ingresso della Sala Conferenze di Palazzo Moriggia, si incontra il busto in bronzo dedicato a Giuseppe Verdi e realizzato da Vincenzo Gemito. Questa scultura pare essere copia di quella realizzata nel 1873 in occasione della messa in scena dell’Aida al Teatro di San Carlo di Napoli conservata presso Casa Verdi - la casa di di riposo per musicisti fondata da Verdi a Milano. Verdi è rappresentato anziano e accigliato. Giuseppe Verdi (1813 – 1901) nasce a Le Roncole, vicino a Busseto in provincia di Parma, ma è a Milano che si forma la sua personalità: dal 1872 prende "residenza" presso la stanza n. 105 del Grand Hotel et de Milan, che aveva scelto per la vicinanza alla Scala. Compositore italiano amato in tutto il mondo, aveva un rapporto speciale con la città di Milano e Milano con lui: alla sua morte un numeroso corteo si riversò in strada per piangerlo e durante il trasferimento della salma a Casa Verdi, lo accompagnò intonando le note del suo "Va' Pensiero". Molte delle sue opere, come il Nabucco o il Don Carlos, fanno la loro comparsa sullo sfondo dei moti rivoluzionari ottocenteschi diventando simbolo dell’Italia del Risorgimento

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