Palazzo Moriggia

Palazzo Moriggia

Palazzo Moriggia è un palazzo settecentesco di Milano, si trova in via Borgonuovo 23, nel quartiere di Brera e dal 1950 ospita il Museo del Risorgimento e le Raccolte Storiche del Comune di Milano e fa parte dei civici musei e istituti culturali del Castello Sforzesco.
 

Storia del palazzo 

Nell'antica toponomastica milanese, il termine "borgo" indicava una strada sorta al di fuori delle mura romane della città: da questa usanza deriva il nome della via in cui sorge il palazzo, via Borgonuovo. Già nel 1600 la strada è soprannominata "contrada dei sciuri" - che in dialetto milanese significa di persone facoltose o della nobilità - perchè vi sorgono edifici di bella fattura. In realtà, solo nell'arco del secolo successivo, a seguito della soppressione del monastero della chiesa di Sant'Erasmo, che occupava vasti appezzamenti di terreno nell'area, verranno costruiti i palazzi signorili che vediamo ancora oggi.

Palazzo Moriggia è uno di questi: è fatto costruire nel 1775 per volere del marchese Giovanni Battista Moriggia appartenente alla famiglia dei Morigi originaria del Lago Maggiore su progetto del famoso architetto Giuseppe Piermarini. Nel 1787, morto il marchese senza eredi, il palazzo passa ai conti Besozzi e poi al generale napoleonico e ministro della Guerra Alessandro Trivulzio. Durante il periodo napoleonico diventa poi sede del Ministero della Guerra della Repubblica Italiana e, in seguito, del Ministero degli Esteri del Regno Italico. Nel 1816 la marchesa Lucia Pallavicini di Cremona lo acquista anche se non verrà mai ad abitarci. Dopo successivi passaggi di proprietà, ai primi del 1900 il palazzo passa alla famiglia De Marchi. Marco De Marchi, naturalista e filatelista, e Rosa Curioni, condividendo l'amore per la storia e la cultura, daranno alla filantropia un ruolo importante nelle loro vite, promuovendo molte iniziative in diversi ambiti della vita sociale e sovvenzionando le attività di numerose istituzioni milanesi. Alla morte di Marco avvenuta repentinamente il 15 luglio 1936, Rosa decide di continuare a sostenere i progetti che avevano sognato insieme e le attività di divulgazione culturale e storica, fra le altre quelle delle Raccolte Storiche.

Alla preziosa collezione filatelica che Marco avava già affidato alle Raccolte Storiche e che oggi è conservata in archivio nel fondo De Marchi, Rosa aggiunge la donazione dei suoi gioielli. Al 1940 risale inoltre la concessione in uso perpetuo al Comune di Milano di alcuni locali del palazzo per fondare al pianterreno un nuovo Museo del Regno italico, che però non sarà mai realizzato. Durante la Seconda Guerra Mondiale, molte città subiscono devastazioni, a Milano i bombardamenti aerei dell'agosto 1943 colpiscono diverse aree urbane e semidistruggono anche Casa De Marchi. Rosa decide allora di donare tutto il palazzo al Comune di Milano, garantendone anche i fondi per la ricostruzione. Ed è a questo punto che la storia di Palazzo Moriggia incontra quella delle Raccolte Storiche e del Museo del Risorgimento
 

Il Museo del Risorgimento e le Raccolte Storiche

Il Museo del Risorgimento di Milano e le Civiche Raccolte Storiche, che comprendono un vasto archivio e una biblioteca specialistica, si formano gradualmente durante un processo di continua stratificazione e vicendevole integrazione che ne definisce valore e peculiarità. La loro storia inizia nel 1884 quando Milano chiede alla cittadinanza di prestare un contributo alla raccolta di testimonianze storiche e cultuali relative all'epoca risorgimentale da destinare all'Esposizione Generale di Torino. Il materiale raccolto è numeroso e al suo rientro a Milano è organizzato in una prima sede museale presso il Salone dei Giardini Pubblici di Milano inaugurata il 14 giugno del 1885. Nel 1896 poi l'allestimento è trasferito nei locali del Cortile della Rocchetta del Castello Sforzesco contando più di 5000 fra opere e cimeli. L'istituto si configura subito come vero e proprio istituto scientifico di ricerca storica, grazie alla presenza dell'archivio e della biblioteca in continuo ampliamento.

L'arrivo della Seconda Guerra Mondiale devasta il territorio europeo e con esso anche la città di Milano, i bombardamenti del 1943 colpiscono, fra altri edifici, anche il Castello Sforzesco e il Cortile della Rocchetta: le collezioni del Museo del Risorgimento e delle Raccolte Storiche vengono danneggiate e si trovano senza sede. Iniziano così un periodo di "vita nomade", alla ricerca di un nuovo luogo che possa dare continuità alla loro storia. La prima a rispondere all'appello è Casa Manzoni in via Morone che li ospita dal 16 luglio 1945. Poi trovano finalmente sistemazione definitiva dal 24 ottobre 1949 proprio presso Casa De Marchi, a Palazzo Moriggia, dove riapre al pubblico anche la Biblioteca e l'Archivio.

Quindi, il 7 luglio del 1950, in via Borgonuovo inaugura il Museo del Risorgimento Nazionale con un nuovo allestimento che, oltre al materiale risorgimentale include testimonianze storiche coeve, spingendo il percorso espositivo fino alla Seconda Guerra Modiale, concludendosi con la liberazione dal regime nazifascista nel 1945. Questo allestimento verrà poi modificato nel 1963: quell'anno infatti è aperto un Museo di Storia Contemporanea presso il vicino Palazzo Morando ed è lì che saranno spostati i materiali relativi alla storia più recente, lasciando a Palazzo Moriggia un allestimento ridotto al periodo compreso tra l’età napoleonica e la breccia di Porta Pia. Il Museo di Storia Contemporanea è poi chiuso definitivamente nel 1995 ma l'allestimento del Museo di Storia di Palazzo Moriggia è rimasto dal 1963 ad oggi solo quello ridotto all'epoca risorgimentale. L'ultimo allestimento risale al 2011 in occasione delle celebrazioni del 150° anniversario dell'Unità d'Italia: mantenendo intatta la sequenza cronologica, il percorso espositivo, suddiviso in 14 sale, evidenzia alcuni episodi chiave della storia milanese ottocentesca e della costruzione dell'identità nazionale nel Risorgimento.


L'architettura

Costruito sulla preesistente proprietà del monastero della chiesa di Sant'Erasmo da Giuseppe Piermarini in stile neoclassico presenta una facciata di tre piani con la parte centrale scandita da lesene doriche al piano inferiore e ioniche al piano superiore, mentre le estremità sono a bugnato. Nella fronte si riscontrano componenti ancora legate alla tradizione dell'architettettura settecentesca, come il portale con arco a tutto sesto fortemente ribassato e l'attico a balaustra con i vasi di coronamento, ed elementi ornamentali nel carattere del barocchetto teresiano, come le conchiglie e i festoni delle finistre al piano nobile

Il portone d'ingresso ad arco è delimitato da due colonne che sorreggono un balcone con parapetto a balaustra. Dal portone si accede al cortile d'onore con i lati porticati i cui archi sono inframmezzati da semicolonne. Le facciate del cortile d'onore sono state restaurate per il 150° dell'unita d'Italia dalla Riva impresa restauri Italia di Enzo Medardo Costantini con la sponsorizzazione di Akzo Nobel e la direzione dell'architetto Riccardo Zanetta. Sul lato destro del cortile si trova lo scalone d'onore. Gli interni, distrutti durante la Seconda Guerra Modiale, furono decorati dal pittore Giuseppe Traballesi.
 

Mappa di opere, targhe e busti in esterno