Maternità
1890-1891
olio su tela, cm 175,5 x 412; firmato in basso a destra «Previati»
Comodato Gruppo BPM, 2022
In una lettera del 1890, Gaetano Previati racconta al fratello Giuseppe di voler affrontare in pittura «tutta l'intensità dell'amore materno spogliato delle cianfruscole che hanno servito per mille dipinti». Così l'artista concepisce Maternità, in cui la tradizionale rappresentazione sacra lascia posto ad una raffigurazione più semplice: il rapporto tra madre e figlio si risolve in una dimensione di affetti e tenerezza, rimarcati dalla scelta di colori caldi e puri che restituiscono un'atmosfera di quiete, mentre la luminosità irreale, che avvolge la Madonna che allatta il Bambino attorniata da una schiera di angeli in adorazione, conferisce una dimensione mistica alla scena.
Nel 1891 l'opera, insieme a Le due madri di Segantini, è esposta alla Prima Trinnale a Brera, dove suscita violente critiche. L'anno successivo è inviata al primo Salon de la Rose-Croix a Parigi e quindi alla Biennale di Venezia del 1901. Acquistato da Alberto Grubicy e poi passato nella collezione Hierschel de Minerbi, il dipinto viene acquisito nel 1924 dalla Banca Popolare di Novara.