Giovanni Segantini - L'angelo della vita

Giovanni Segantini - L\'angelo della vita

Giovanni Segantini
(Arco, Trento, 1858 – Schafberg, Engadina, 1899)

L’angelo della vita (Dea cristiana) 
1894
olio su tela e tracce di oro in polvere, cm 276 × 217; 
firmato e datato sul tronco dell’albero, in basso al centro «G. Segantini 1894»
inv. GAM 1592, legato Leopoldo Albini, 1918

L’opera è stata commissionata nel 1891 o poco prima dal banchiere Leopoldo Albini, assieme alla Dea pagana, oggi esposta al suo fianco. Le due opere dovevano costituire un dittico sul tema della donna, madre mistica nel caso del dipinto qui considerato, visione mondana e lussuriosa nell’altro. Le due figure sono i ritratti della tata di famiglia, Baba, e del figlio Gottardo (dipinto a memoria, dato che all’epoca doveva avere già dodici anni). La posa della donna, appena poggiata sui rami come una apparizione immateriale, ricorda le Madonne in trono medievali  e quattrocentesche, secondo stilemi riportati in voga dai Preraffaelliti, ai quali anche Segantini guardava. Del tutto simbolista è poi il paesaggio, ricco di rimandi alle stampe giapponesi nella betulla dagli eleganti rami stilizzati e nella prospettiva a volo d’uccello. La tela è racchiusa da una cornice dorata probabilmente disegnata dallo stesso artista, impreziosita da motivi ornamentali stilizzati.