Giuseppe Pellizza da Volpedo - Il Quarto Stato

Giuseppe Pellizza da Volpedo
(Volpedo, 1868 – 1907)

Il Quarto Stato
1898-1901
Olio su tela, cm 293x545
Acquisto per sottoscrizione pubblica, 1920

Considerato di volta in volta un manifesto, un’icona o un simbolo, Il Quarto Stato di Giuseppe Pellizza da Volpedo è anzitutto un capolavoro della pittura italiana, in cui confluisce una tradizione illustre, vivificata da uno stile e una tecnica moderni.
Fondamentali per Pellizza furono le osservazioni sulla composizione e sul colore espresse dal teorico inglese John Ruskin nel suo manuale Elementi del disegno e della pittura (1898). Anche l’impianto della composizione – che secondo alcuni ricorderebbe la Scuola di Atene di Raffaelo, di cui Pellizza studiò effettivamente il cartone conservato alla Pinacoteca Ambrosiana di Milano – sembra in parte mutuato dagli scritti di Ruskin. Così come anche la gestualità enfatica dei personaggi, in cui invece di poter ravvisare la lezione di Leonardo sui “moti dell’animo”.
Una volta messa a punto la composizione servendosi dei suoi compaesani e della famiglia come modelli, il pittore ha trasferito il disegno, per mezzo di grandi cartoni, su una preparazione chiara stesa sulla tela. Quindi ha applicato tocchi di colore puro ottenendo una fitta trama di pennellate filamentose. Risultato di tre anni di lavoro, preceduto da diverse versioni dello stesso soggetto, Il Quarto Stato è il risultato di una lunga riflessione sul tema del colore, giocato sulla sovrapposizione di verdi, rossi e blu, risolti secondo i più rigorosi dettami della tecnica divisionista.