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Diego Perrone. Premio ACACIA 2022

Diego Perrone (Asti, 1970) è il vincitore dell'edizione 2022 del Premio ACACIA, in esposizione nello spazio Focus al piano terra le opere Senza titolo (2021) e Senza titolo (2022) che entrano a far parte della Collezione ACACIA, donata dal 2015 al Museo del Novecento.

In occasione di MIART e dell’Art Week 2022 promossa dal Comune di Milano Assessorato alla Cultura, il Museo del Novecento e l’Associazione ACACIA - Associazione Amici Arte Contemporanea Italiana - presentano INVITO 2022, la mostra dedicata all’artista vincitore del Premio ACACIA, che per il settimo anno trova sede nelle sale del museo, consolidando la felice collaborazione tra realtà pubblica e privata, con l’obbiettivo comune di conservare e approfondire lo studio delle più recenti sperimentazioni artistiche.

Attraverso l’uso di materiali e di tecniche diversi, che comprendono video, fotografia, pittura, scultura e disegno, Diego Perrone sovrappone immagini di persone, luoghi, animali e oggetti, per far risaltare aspetti sorprendenti e stranianti. Questo procedimento è il frutto di un rigoroso e costante processo di “alterazione”, che porta lo spettatore a un confronto con le proprie strutture culturali. Una moltitudine di motivi, che si concretizza in sculture in vetro fuso e in opere su carta, con la ripetizione di segni a biro che corrono ossessivi sulla superficie dei fogli. L’artista lavora alla serie di disegni in modo costante nel corso degli anni, in un lavoro coerente e di continua sperimentazione.

È il caso delle due opere Senza titolo: sullo sfondo bianco l’artista traccia, con movimenti regolari e precisi del polso, una folta e rapida trama segnica, che si risolve in una superficie densa e irrequieta. L’inchiostro, sovrascritto con tratti continui, da segno quasi trasparente diventa un intreccio sempre più fitto, creando zone di profondità e conferendo all’opera una potenza quasi scultorea. Nelle due opere in mostra l’artista sembra raffigurare due volti umani, con particolare attenzione alla zona del canale uditivo, che ricorre in molte altre sue opere. L’orecchio infatti è il mezzo che ci permette di tramutare i suoni e gli stimoli provenienti dal mondo esterno in impulsi elettrici, pensieri, sensazioni ed emozioni.

L’opera di Diego Perrone si unisce a quelle di Mario Airò, Rosa Barba, Rossella Biscotti, Monica Bonvicini, Gianni Caravaggio, Maurizio Cattelan, Loris Cecchini, Roberto Cuoghi, Rä di Martino, Lara Favaretto, Linda Fregni Nagler, Francesco Gennari, Sabrina Mezzaqui, Marzia Migliora, Adrian Paci, Paola Pivi, Marinella Senatore, Luca Trevisani, Grazia Toderi, Tatiana Trouvé, Marcella Vanzo, Nico Vascellari, Francesco Vezzoli, donate al Museo del Novecento dall’Associazione ACACIA.

Diego Perrone è nato ad Asti nel 1970, vive e lavora tra Milano e Berlino. Ha studiato all’Accademia di Brera di Milano con Luciano Fabro, e poi a Bologna dove ha incontrato Alberto Garutti. La sua produzione artistica affianca al libero utilizzo di diverse tecniche – come scultura, disegno, lavorazione del vetro, video e fotografia – una molteplicità di intuizioni di stampo poetico che gli permettono di restituire una rilettura acuta di temi e icone della tradizione, dalla cultura popolare alla storia più recente. Una serie di elementi e simboli legati alle origini rurali dell’artista ricorrono spesso nella sua personalissima definizione di immaginario artistico.

L’artista è presente con le sue opere in molti dei maggiori musei del mondo, tra cui MAXXI di Roma, Museion di Bolzano, Guggenheim di New York e Centre Pompidou di Parigi. Ha partecipato alla 50° Biennale di Venezia nel 2003, alla 11° Triennale India a New Delhi nel 2005, alla Moscow Biennale of Contemporary Art nel 2005, alla 4° Berlin Biennial for Contemporary Art nel 2006 e alla 53° Biennale di Venezia nel 2009. Ha esposto in numerosi musei tra cui Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea di Torino, al Museo MAN di Nuoro, al Museum of Contemporary Art di Zagabria, al PAC Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano, alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino, alla GAM di Milano e al Museum of Contemporary Art di Chicago.