Come nasce una scultura - Studio Museo Francesco Messina
Come nasce una scultura
Come nasce una scultura
Nel secondo dopoguerra, e ancora e soprattutto negli anni Sessanta, Messina prosegue la sua carriera di successo: maestro accademico all’apice della fama, presenta le sue opere anche all’estero e riceve commissioni pubbliche e private. È inoltre familiare al grande pubblico grazie alle numerose apparizioni nei più noti rotocalchi del tempo e in TV. Nel 1967, pochi anni prima di fondare nella chiesa sconsacrata di San Sisto a Milano il suo studio-museo, per esempio, sulla rivista “Epoca” esce l’articolo “Come nasce una scultura” che documenta la prima parte del processo creativo dell’artista nella realizzazione di una scultura anche attraverso una serie di fotografie a colori di Giorgio Lotti che ritraggono Messina e la danzatrice Aida Accolla, solista alla Scala, durante una seduta di posa e modellazione nello studio ancora allestito nel palazzo di Brera.
Come primo atto, Messina traccia dal vivo alcuni schizzi e disegni preliminari in cui costruisce e sperimenta le prime idee. Passa poi a creare un bozzetto in creta, lavorando e rendendo malleabile l’impasto che successivamente applica su un’armatura di sostegno realizzata in ferro e formata da uno stelo e dai tondini che servono da ossatura per arti, torso e capo. L’armatura sarà modellata in modo da assumere la posa e il movimento voluto. Dagli intrecci dei fili si intuisce già quale sarà l’atteggiamento della ballerina: in piedi, a gambe divaricate, con il busto eretto e il capo leggermente reclinato in avanti.
Arriva quindi il momento della stesura della creta sull’armatura: si inizia dal busto, e si procede facendo attenzione a non lasciare parti scoperte. Dopo aver completato il rivestimento dell’armatura, lo scultore si preoccupa di far aderire la creta al ferro. Allo stesso tempo plasma la massa di creta, conferendole la struttura desiderata e forme sempre più definite. Quando lo scheletro in ferro è quasi del tutto ricoperto, l’artista procede con le estremità, lasciando per ultimi avambracci e mani che saranno completati una volta decisa la posizione definitiva.
Inizia allora il vero e proprio lavoro di modellazione: Francesco Messina definisce le masse che compongono il corpo della scultura, articolandone i particolari e togliendo con un coltello la creta in eccedenza. Una seconda e più lunga pulitura è ottenuta grazie all’utilizzo di attrezzi particolari come stecche di bosso e stecche a taglio con fil di ferro.
Infine, dopo una lunga serie di prove, la scultura assume la posizione voluta dall’artista: la ballerina in creta si piega, si raddrizza e comincia ad animarsi, avvicinandosi a poco a poco alla modella che la ha ispirata. Una volta stabilite le proporzioni delle varie parti del corpo, lo scultore inizia a lavorare sui dettagli, incidendo le pieghe e la scollatura del tutù e ammorbidendo la linea del collo e la curva dei fianchi, definendo gli occhi e ottenendo un modello che cattura la freschezza e la vivacità della figura umana.
("Come nasce una scultura", fotografie di Giorgio Lotti, in "Epoca", 1967).